Terrasanta

Sepolti con il saio rosso

“In questo stato il p.o Nov.re si aprì il giorno, e si fece trovare adornata con tre lampieri grandi di cristallo, e tutti l’Altari illuminati, quello maggiore adornato d’Argenti, e l’altri due d’ottone, et attorno ai Giardini vi si posero moltissime teste di fratelli con il loro nome e i loro lumi”.

È così descritta nelle Memorie dell’Arciconfraternita l’apertura, il 1° novembre 1754, della Terrasanta, realizzata su progetto di Giovan Antonio Medrano nel contesto del generale ampliamento del complesso dei Pellegrini.

La Terrasanta si sviluppa in due ambienti: uno più ampio, a pianta ottagonale, che corrisponde perfettamente al coro soprastante, e il secondo rettangolare. Nicchie verticali nei muri pieni ospitano resti mortali ben conservati. I confratelli erano sepolti nelle aiuole con indosso il solo saio rosso, la veste del servizio ai poveri, per presentarsi al giudizio divino privi di ogni segno di distinzione sociale. Le “moltissime teste di fratelli”, alle quali fa riferimento la cronaca settecentesca, provenivano dal piccolo cimitero preesistente.

Un altorilievo in stucco raffigura la Deposizione di Cristo, sormonta l’altare maggiore dove era stato inizialmente posto il dipinto di Francesco De Mura La Vergine Maria intercede presso la SS. Trinità per le anime del purgatorio. Compromesso dalla forte umidità il dipinto fu trasferito in gran fretta nel Coro. Sulle pareti corrispondenti ai due altari – inizialmente realizzati in legno – affreschi raffiguranti S. Michele Arcangelo e S. Filippo Neri.

Altare maggiore

Altare maggiore, Deposizione di Cristo, altorilievo in stucco, sec. XVIII

Aiuole e nicchie per la sepoltura dei confratelli

Aiuole e nicchie per la sepoltura dei confratelli

San Michele Arcangelo, affresco, sec. XVIII

Ambito napoletano, San Michele Arcangelo, affresco, sec. XVIII

Lapide dell’ossario, a.1754

Lapide in marmo relativa alla costituzione dell’ossario, a.1754